1492
Dopo lo storico sbarco a Hispaniola, attuale Haiti, avvenuto il 12 ottobre 1492, il viaggio di Cristoforo Colombo prosegue a bordo della Santa Maria che getta l'ancora, il 28 ottobre dello stesso anno, a Gibara, sulla costa nord-orientale della terra che chiama Juana. In seguito arriverà il nome di Cuba, diminuitivo di Cubanacàn, regione centrale dell'isola
1510
Diego Velasquez, a capo di 300 uomini (tra cui il futuro conquistatore del Messico, Herman Cortes) verso il 1510 fonda il primo insediamento cubano e avvia la colonizzazione di Cuba. Gli indios residenti nell'isola erano diverse decine di migliaia e appartenevano ai gruppi etnici dei Siboneyes e dei Tainos. I massacri effettuati dai conquistatori li ridurranno a cinquemila nel 1555 e alla fine del secolo saranno pressoché sterminati completamente con la violenza delle armi, le durissime condizioni di lavoro, le malattie introdotte dai bianchi e le torture. Il primo leggendario capo della resistenza sarà il cacicco Hatuey che per la sua ribellione e il rifiuto di farsi battezzare viene bruciato vivo. Testimone irato della crudele carneficina è Bartolomeo De Las Casas, detto protettore degli indios.
1514
Nasce la città dell'Avana che diventa la base di passaggio per tutte le navi che portano in Spagna tutte le ricchezze rubate nel Nuovo Mondo e come centro per gli attacchi contro la pirateria inglese, francese, olandese e per soffocare in atrocità e bagni di sangue le rivolte degli schiavi che vengono tenuti in condizioni disumane nelle varie colonie spagnole. Pochi anni dopo, nel 1520, inizia l'importazione degli schiavi dall'Africa, formando così, per tre secoli, la base sociale della produzione a Cuba. Nel 1523 l'isola è amministrata come Capitanìa General del vicereame della Nuova Spagna (Messico).
1762
Durante la guerra fra Spagna e Inghilterra, una squadra di navi inglesi occupa l'Avana. Aumenta la tratta degli schiavi e l'isola diventa il maggiore produttore mondiale di zucchero, coltura importata come quella del tabacco.
1763
Con il trattato di Parigi, firmato nel 1763, gli spagnoli ritornano a controllare la capitale e l'isola, cedendo la Florida agli inglesi
1850
La bandiera Cubana fu innalzata per la prima volta il 19 Maggio 1850 da Narciso Lopez nella città di Cardenas (attuale provincia di Matanzas). L'11 Aprile 1869 fu accettata ufficialmente come simbolo nazionale dall'assemblea di Guaimaro e diventò simbolo delle guerre d'indipendenza contro il dominio Spagnolo dell'epoca.
1868
Il 10 ottobre 1868 scoppia la guerra civile contro l'amministrazione spagnola. La miccia si accende quando Carlos Manuel De Céspedes, ricco proprietario terriero, libera tutti i suoi schiavi e lancia un proclama indipendentista contro la Spagna: inizia così la prima guerra di indipendenza o "guerra dei 10 anni". La rivolta fu capeggiata anche dal generale dominicano Maximo Gomez, il mulatto Antonio Maceo e l'allora sedicenne José Martí, la figura più prestigiosa della storia cubana.
1878
Il Pacto de Zanjon conclude la Guerra dei dieci anni. I ribelli capitolano il 10 febbraio 1878 rinunciando all'indipendenza ma ottengono la liberazione degli schiavi neri e cinesi. Gli spagnoli concedono l'amnistia generale oltre alla rappresentanza dei rivoltosi nel parlamento di Madrid, e attuano riforme amministrative. Solo Maceo respinge il trattato di pace e guida "la piccola guerra" (1879-'80) dando vita alla famosa "protesta di Baraguá" che diventerà poi (fino ai giorni nostri) il simbolo della resistenza.
1887
viene abolita ufficialmente la schiavitù (anche come conseguenza della meccanizzazione della produzione saccarifera), senza apportare un reale miglioramento delle condizioni di vita delle masse. Intanto si infittisce la penetrazione statunitense.
1892
Dall'esilio, nel gennaio del 1892, il poeta e ideologo José Martí fonda il Partito Rivoluzionario Cubano che si pone gli obiettivi di indipendenza dell'America Latina dall'imperialismo spagnolo e statunitense, organizzazione della lotta armata nella guerra di liberazione, rifiuto di ogni forma di segregazione razziale.
1895
Martí rientra dall'esilio e si incontra con i vecchi compagni di lotta dando vita, il 25 marzo 1895 al "Manifesto dei Montecristi". Ha così inizio la Seconda Guerra d'Indipendenza che durerà fino al 1898. Martí morirà in combattimento nel maggio 1895.
1898
In quegli anni, mentre le potenze europee si dividono l'Asia e l'Africa, gli Usa si espandono nelle Antille, Filippine, Porto Rico, Guan nel Pacifico, e intanto mirano a Cuba. Fallito il tentativo di comprare l'isola dalla Spagna per 6 milioni di dollari, utilizzano il pretesto della "misteriosa" esplosione del Maine (il 15 febbraio 1898), incrociatore statunitense ancorato nella baia dell'Avana: Washington accusa gli spagnoli dell'attentato e il 22 aprile il presidente Mac Kinley dichiara guerra alla Spagna e sbarca a Cuba con i marines. Il 10 dicembre termina la guerra ispano-cubano-americana con la consegna dell'isola al generale John Brooke. La Spagna, sconfitta, cede agli Usa anche Guam, Filippine e Portorico. Con la Pace di Parigi, il 10 dicembre 1898, il Congresso dichiara il diritto di Cuba all'indipendenza. In realtà i vincitori sono gli insorti cubani, ma per ironia della sorte la vittoria dei Mambí, le truppe ribelli, diventa vittoria degli Usa.
1899
Il primo gennaio 1899 nasce la "repubblica mediatizada", dipendente dagli Stati Uniti che, tra le altre cose, impongono l'emendamento Platt che prevede: controllo sulle tariffe doganali; divieto per il governo di Cuba di stipulare trattati internazionali o contrarre prestiti senza l'approvazione Usa; concessioni per gli Stati Uniti di basi militari a Cuba (tra le quali quella di Guantanamo, tuttora occupata); il potere agli Usa di intervenire militarmente nell'isola . Inoltre viene imposto un Trattato di reciprocità commerciale per "regolare" il sistema di dazi e tariffe fra i due Paesi, favorendo i grandi Trust nordamericani. Per obbligare i cubani al rispetto della nuova situazione, i marines interverranno tre volte nel giro di undici anni: nel 1906, 1912, 1917. Oltre agli interventi repressivi, gli Usa impongono governi fantoccio e, nell'intresse della libera concorrenza fra le varie banche e grandi industrie nordamericane, impongono a Cuba un sottosviluppo cronico e una esasperata economia basata unicamente su un'unica coltivazione.
1925
Il generale Gerardo Machado assume nel 1925 la presidenza della Repubblica cubana dove le condizioni di vita arretratissime, l'analfabetismo, le malattie, la sottoalimentazione, la mortalità infantile creano il terreno che darà origine al movimento operaio e rivoluzionario. Nello stesso anno nasce il primo Partito Comunista, fondato da Julio Antonio Mella che morirà in esilio in Messico il 10 gennaio 1929 a soli 29 anni, assassinato da un sicario del dittatore Machado, che opera una feroce repressione del movimento operaio. A lui si deve la costruzione nell'Isola dei Pini (oggi Isola della Gioventù) del penitenziario-lager per gli oppositori. Da una parte si susseguono scioperi e manifestazioni di massa e, dall'altra parte una processione di dittatori sanguinari. Solo nel 1933 l'esercito cubano costringerà Machado alla fuga ma, nello stesso anno, Fulgencio Batista, con l'appoggio statunitense, instaura un regime dittatoriale. L'ultimo grande sciopero generale, schiacciato con la forza dal governo, si verifica nel 1934.
1940
Sale al potere Fulgencio Batista e, a seguito dell'alleanza Usa-Urss nella Seconda guerra mondiale, il partito comunista entra nel governo, e rimarrà fino al 1944. Nel Paese regna la corruzione e la miseria.
1952
Il 10 marzo del 1952, alla vigilia delle elezioni, con l'appoggio delle lobby dello zucchero e con il beneplacito di Washington, il sergente Fulgencio Batista instaura la dittatura con un colpo di Stato. Batista sospende le garanzie costituzionali, assolda gruppi di gangster e, con il riconoscimento ufficiale degli Usa, iniziano vere e proprie esecuzioni di massa.
1953
Nel 1953, centenario della nascita di Martí, il 26 luglio, uno studente universitario di nome Fidel Castro, seguace del partito Ortodosso, guida l'assalto alla caserma Moncada di Santiago insieme al fratello Raul e alla testa di un centinaio di studenti. L'attacco fallisce e molti dei combattenti vengono torturati dopo la cattura e uccisi sommariamente. Malgrado la sconfitta, l'assalto al Moncada dimostra che in Cuba esisteva un gruppo capace di preparare e compiere un'audace azione di guerriglia, senza che la polizia di Batista, considerata onnipresente e inattaccabile, si accorgesse di nulla. Castro e i superstiti vengono condannati a pene detentive nel super carcere dell'Isola dei Pini. In occasione del suo processo Fidel Castro trasforma la sua autodifesa "La storia mi assolverà" in un atto di accusa del regime.
1955
Fidel Castro viene liberato in seguito a una amnistia nel 1955 e va esule in Messico, dove incontra il medico argentino Ernesto Guevara, detto il Che, e organizza con lui e il fratello Raul il Movimento 26 Luglio, ispirato al pensiero di José Martí.
1956
Il 2 dicembre 1956, 82 guerriglieri sbarcano col mitico Granma a Cuba, nei pressi di Cabo Cruz, sulla costa meridionale. Contemporaneamente la città di Santiago insorge ma le truppe di Batista intercettano i ribelli e soffocano la rivolta nel sangue. I quindici superstiti, stremati e senza armi, si rifugiano sulla Sierra Maestra; qui cominciano a riorganizzarsi, ampliando le proprie file con nuovi volontari e con l'aiuto dei contadini. Fra i comandanti sulla Sierra, oltre a Fidel, Raul e al Che, ci sono Camilo Cienfuegos e Celia Sanchez.
1959
Nella notte di capodanno del '59 i rivoluzionari liberano L'Avana. Batista e i suoi seguaci fuggono in aerei carichi d'oro a Santo Domingo. Un mese dopo Castro viene nominato primo ministro: è la vittoria della rivoluzione cubana.
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